Penso che potrei passare il resto della mia vita in Svezia (e a dir la verità spero di farlo) e tuttavia continuare a provare un’emozione particolare ad ogni incontro con la fauna nordica. In fin dei conti sono e resterò sempre uno straniero, un europeo del sud cresciuto a boschi di latifoglie e macchia mediterranea. Uno per cui “Gallo cedrone” è un nome dal retrogusto di mito, quell’urogallo preso a paradigma della fauna in estinzione sulle Alpi. Un profilo che continua a farmi sobbalzare ad ogni incontro, nonostante lo avvisti con una certa frequenza. Alce, gallo forcello, piviere tortolino… sono ormai i miei compagni di strada, figure che accompagnano le giornate di quel viaggio che è la mia vita svedese. Il cedrone (ma non solo) è anche un compagno di strada in senso letterale: è lungo le strade che è più facile avvistarlo e distinguerlo dal folto della foresta; ed è lungo la strada, dal punto di osservazione privilegiato di una poco naturalistica automobile, che è possibile avvicinarlo maggiormente, essendo più confidente verso una vettura che non una figura umana. Urogallo quindi, e uno di ieri: una mattinata fredda e ventosa in cui ho incontrato diverse femmine di galliformi accucciate in buche scavate nella terra, intente a riscaldarsi; per poi, chissà, riportare quel calore ai pulcini che probabilmente le attendevano poco lontano, al riparo del sottobosco. Ed ora qualcosa di completamente diverso.
Questo non è il genere di foto che pratico di solito, nè che siete abituati a vedere in questo spazio. Quando capita la possibilità di dedicare del tempo ad un soggetto meritevole, tuttavia, non mi tiro indietro. E la chiesa vecchia di Särna, risalente al 1684 e interamente in legno, certamente merita molto più di uno sguardo veloce.
La foto in volo mostra la colorazione particolare della pagina alare inferiore, che è unica tra i gabbiani: fuliggine, quasi nera, con un brillante bordo bianco. Un uccello di queste dimensioni si ciba soprattutto di insetti: la foto a destra (crop) lo mostra mentre ne punta uno (verosimilmente una zanzara) che staziona sulla superficie di un piccolo stagno… e la risposta alla domanda che qualcuno potrebbe farsi è: no, non ho la foto del momento in cui l’ha beccato, perchè non sono stato abbastanza pronto (e il mio autofocus nemmeno). Non è mica sempre strolaga.
Classici. Un classico, per non dire un cliché: la pulsatilla in controluce, immagine vista mille volte. Ma come resistere alla tentazione di quel sole finalmente basso e caldo (non abbiamo avuto una gran primavera) che accende la peluria dell’Anemone di primavera in fiore, e la fa brillare come un minuscolo falò nel sottobosco? E come, come non fotografare le prime pulsatille che ho trovato a Särna? (in realtà, che mi hanno indicato: grazie Sara).
Giocando con l'acqua. Due scatti recenti ad un paio di cascate tra le più vicine a casa, parte di quella serie di salti d’acqua più o meno imponenti che, come una corona, circonda Särna quasi a 360 gradi in corrispondenza dei pendii montani e dei fiumi principali. Ad oggi sono passati esattamente due mesi senza un nuovo post. E da oggi un post al giorno per i prossimi sette... per il tempo perduto. Malinteso. Che si tratti di una cassetta nido, nessun dubbio, ma immagino non fosse esattamente questa la modalità d’uso che chi l’ha appesa aveva in mente. L’uccello, quasi certamente una Cesena, è comunque rimasto almeno coerente allo spirito dell’iniziativa (ci tengo a precisare che il nido era inutilizzato al momento dello scatto). |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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