Come ogni anno ad inizio aprile, sono arrivate le Gru. Non da sole, va detto: assieme a loro arrivano i cigni selvatici, i quattrocchi, gli smerghi e le oche del Canada a riempire ogni precoce squarcio in quella lastra di ghiaccio che è ancora, e per qualche giorno ancora sarà, il lago. E nei giardini fringuelli, peppole, organetti e lucherini a sventagliate, a battaglioni.
Le gru, però, sono speciali. Speciali per gli animali che sono, e speciali perché sono qui, fuori di casa; posso sentirle cantare dal mio giardino, mentre esplodono i loro versi squillanti da una riva distante, e non crederesti mai che suoni tanto potenti possano uscire da colli così esili e aggraziati. Arrivano a gruppetti o a coppie, e pascolano lentamente sulle rive scoperte. Qualcuna ripartirà a breve, diretta verso altre acque più a nord; altre si fermeranno in zona, e sceglieranno un acquitrino qui intorno per nidificare. Si possono vedere lungo tutte le rive: qui vicino una coppia che accenna ad un passo di danza; dietro ad essa un gruppetto lontano, in cielo una famiglia che plana verso un litorale fuori vista, e ogni volta che incrociano uno sguardo ecco partire un concerto di trombe che si disperde con un’eco. Gli scatti che seguono non hanno altra pretesa che non essere delle foto ricordo di compagne di viaggio così speciali. Le prime gru sono state avvistate, qui nella Dalarna del nord, ed ora le aspetto a Särna. Appena fuori paese una stretta lingua di terra si allunga nel lago ghiacciato, verso un'area dove l'acqua si libera prima che altrove. Lì alcune coppie di gru sostano regolarmente ogni anno esattamente a metà aprile, prima di disperdersi nelle paludi circostanti per nidificare. Pensavo fossero i cigni selvatici il segno della primavera che arriva, e sono in effetti loro i primi uccelli a rientrare dalla migrazione invernale. Ho invece scoperto che in Svezia sono proprio le gru a fungere da “rondini” locali (le rondini arriveranno anche qui, ma a maggio inoltrato), e sono considerate anche portatrici di buona fortuna, al punto che il primo avvistamento primaverile trova spazio nei media locali. La foto qui sopra è stata invece scattata la scorsa settimana presso il lago di Hornborga, nel sud della Svezia, dove ogni anno le gru svedesi effettuano uno stop over durante il viaggio verso nord: per una ventina di giorni fino a 18.000 gru sostano per riposarsi e alimentarsi prima del balzo finale verso i siti di nidificazione. Lo spettacolo è straordinario per il numero e la confidenza degli uccelli uniti al rispetto e alla passione delle migliaia di persone che vanno a vederli: me ne sono occupato in un capitolo del mio ultimo libro, e sarà oggetto di un prossimo portfolio su Exuvia. Ci sono tornato per un paio di giorni, quest'anno come quasi tutti gli anni in una sorta di pellegrinaggio affettivo; ogni volta mi affascina l'idea che tra le gru che vedo ce ne siano alcune che ritroverò qui a Särna. Anche se non saprò mai quali sono. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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