La foresta è un oceano verde. E come fasciame di relitti spiaggiati,
tra risacche di mirtillo e ondate di felci, stanno gli alberi morti.
In Svezia le stagioni sono associate ai colori in maniera chiara e netta. Se per il lungo l'inverno è necessariamente il bianco a fare da protagonista, per il breve autunno sono giallo e rosso a recitare la parte del leone. Verde - un verde intenso, esplosivo, permeante - è invece il colore della piena estate, e quindi di luglio.
Non sono passati più di due mesi e mezzo da quando ho visto queste piccole felci, Gymnocarpium dryopteris, dispiegare le proprie foglie come petali di fiori, di un verde così tenero da essere quasi impossibile da rappresentare in foto; come ali di farfalle appena schiuse che si gonfiassero all'aria, posate a migliaia sotto lo sguardo protettivo di pini e betulle, a disegnare un tappeto vivente che pareva brulicare nonostante fosse fermo, o, al limite, appena mosso da una bava di vento di foresta. Ora, dodici settimane dopo – il tempo che in altre specie può essere quello di una gestazione, non di una vita – eccole cedere, rattrappirsi, imbrunire, staccare nei toni dalla coltre di sfagno che è cresciuto dopo di loro, e sotto di loro; lui sì, ancora verde, come se dal basso ne risucchiasse il colore, e con esso la forza vitale. L'autunno arriva presto nel Nord, e con quale montagna di banalità potrei inzaccherare questo spazio su un tale argomento, ve lo lascio solo immaginare; e mi astengo dal farlo. Concludo con questo post l'invio di immagini dalla Skåne con un trittico dal Parco Stenshuvud. Il parco nazionale, il più meridionale di Svezia, protegge un promontorio caratterizzato da una vegetazione particolarmente lussureggiante, che assume a tratti l'aspetto di uno scenario mediterraneo, almeno secondo quanto scrive la documentazione disponibile. Come mediterraneo di nascita devo confessare che occorre una discreta dose di fantasia per fare un'affermazione del genere, ma vero è che la copertura vegetale è diversa qui rispetto a qualsiasi altro posto abbia conosciuto in Svezia, per le essenze presenti e come si combinano, anche visivamente. In particolare, sono rimasto folgorato da un tratto di bosco allagato, un ontaneto in cui le radici degli alberi, parzialmente scoperte, hanno creato piccoli isolotti da cui i tronchi si slanciano verso il cielo. Carici e felci completano un quadro di grande bellezza. Un'area relativamente piccola, non più di un paio di centinaia di metri, ma sufficiente a tenermi avvinto per due splendide mattinate di maggio.
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Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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