Per essere precisi, una Calta palustre, ripresa durante una lunga seduta in capanno sulla riva del lago di Särna, in un momento in cui la luce del tramonto incombente si combinava con l’increspatura dell’acqua: in realtà i veri soggetti dello scatto, con la pianta che funge in sostanza da puro elemento di riempimento e contrasto. Sempre ostica la foto agli alberi, vivi o morti, svettanti o abbattuti che siano. La rappresentazione bidimensionale li svilisce, e il colpo di grazia viene loro dato dai pochi pixel della visione web. Ad ogni modo, ecco quattro immagini dalla Riserva Naturale di Norrfällsviken, in Costa Alta, che presenta, oltre alla bella pineta, i "klapperfält", letteralmente "campi di sassi", vasti accumuli di piccoli massi rotondeggianti ricoperti da lichene a mappa, che una volta erano il fondo del mare.
Più che altro per mancanza di materia prima a portata di mano, non mi sono mai dedicato alla foto di costa con il motion blur del mare, pur essendo un sottogenere definito del paesaggio; ho approfittato del soggiorno in Costa Alta per divertirmi un po'. Come per ogni genere fotografico, l'esperienza che si accumula con i tentativi è preziosa, e si vede (quando manca). La prima viene da Bönhamn, le due seguenti dalla Riserva Naturale Rotsidan.
Ossia la Höga Kusten. Si chiama "alta" per la presenza di tratti a falesia, e di rilievi sulle molte isole e lungo la costa che arrivano a 280 metri (che in Svezia rappresenta un rilievo... di rilievo). L’area si estende per circa 100 km e fa parte del Patrimonio Unesco perchè, oltre alle ricchezze paesaggistiche e naturalistiche, è la porzione di crosta terrestre che si innalza più velocemente - circa 1 cm all'anno - a causa del rimbalzo elastico seguito allo scioglimento dei ghiacciai spessi 3 km che pesavano su di essa 10.000 anni fa. In sostanza, l’attuale isoipsa dei 270 metri è la spiaggia di allora. Inauguro la mini-rassegna sulla Höga Kusten con la ultra-classica cartolina con vista presa dall'interno del parco nazionale Skuleskogen, e in particolare dalla sommità del grande crepaccio Slåttdalsskrevan (30 metri di profondita' per 200 di lunghezza), il punto più noto del parco. Il crepaccio stesso, di cui si vede in parte l'imboccatura, era purtroppo impraticabile a causa della neve abbondante che ancora ne ingombrava la base. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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