Una per chiudere. Il dicembre appena trascorso è stato uno dei più caldi degli ultimi 50 anni, qui in Dalarna. Vento, temperature regolarmente sopra lo zero (persino oggi, 31 del mese, giorno in cui di solito lottiamo contro i -25/30°) e, udite udite, pioggia ricorrente. Avrei potuto anche restarmene in Lombardia, per avere un tempo simile... Di conseguenza è stato un mese poverissimo dal punto di vista fotografico, con un paesaggio disadorno, poca neve e sporca, ciuffi di prato che spuntano nei giardini e intere porzioni di sottobosco interamente verdi. Per la fine del mese, ecco quindi uno scatto che viene dal suo inizio. Buon 2014. Qualche giorno fa nella foresta allagata di Göljån: impronte di lince, non più vecchie di qualche ora. La circostanza mi porge il destro per raccontare un quasi-incontro ravvicinato col gattone in questione, qualche anno fa, nello stesso identico sito. Ero là per fotografare un merlo acquaiolo che frequentava uno dei ruscelli che attraversano il bosco devastato dalla grande alluvione del 1997; proprio quello che appare, ghiacciato, nella foto accanto, tra l'altro. Per arrivarci, dal parcheggio sud si passa su una passerella di legno. Mi ero fermato ad una ventina di metri da questa, chino sul teleobiettivo e concentrato sul merlo che andava e veniva su un tronco abbattuto poco distante. Dopo solo una decina di minuti smontavo e tornavo verso l'auto: sulla passerella, ben chiara sul legno asciutto, si stagliava una pista freschissima di orme bagnate di lince, prima inesistenti. Per farla breve, una lince era passata dietro la mia schiena a 20 metri di distanza e in piena vista, mentre io ero intensamente occupato a fissare... il lato opposto. Da allora, inevitabilmente, ogni volta che ripenso all'accaduto mi torna in mente, e con un sorriso amaro, un celebre spot di qualche anno fa, che vi propongo qui sotto. Sono stato in Höga Kusten nelle ultime settimane, magnifico tratto di questo altrettanto magnifico paese; passerà ancora qualche giorno prima che possa mostrare qualche scatto di quell'area. Nel frattempo la primavera “vera” è arrivata anche a Särna, e la celebro con qualche altro scatto di aprile che mostra la fine dell'inverno e gli ultimi sussulti del gelo.
Una di stagione: l'improvviso aumento delle temperature, seguito ad una primavera sinora fredda, crea le tradizionali situazioni di neve e ghiaccio in fusione su grandi superfici (in questo caso, un prato). Un'altra differenza tra temperature, ma stavolta quelle cromatiche tra le betulle illuminate dal sole e la neve superstite, che dall'ombra riflette il cielo sereno, contribuisce a creare un'immagine d'effetto (anche se non dovrei essere io a dirlo). Il regalo che dicembre mi porta è l'oro della poca acqua ancora libera di scorrere nei fiumi, colorata dal sole d'inverno riflesso dagli alberi innevati; o la tinta ambrata dei tannini in essa disciolti, resa evidente da un ghiaccio candido che si forma sotto i miei occhi, non appena una nuova onda tocca uno scoglio algido.
È l'argento della foresta incrostata di galaverna, quando già fa molto freddo ma di neve se n'è vista poca. È il rosso dei pini silvestri accesi dall'ultima luce del tramonto, che spiccano sull'ombra bluastra come coralli o gorgonie in una fotografia subacquea. Colori interamente naturali, migrati come li vedete dalla scena originale alla scheda di memoria e da qui al monitor… e questo rende i regali ancora più speciali.
Come ogni anno ad inizio aprile, sono arrivate le Gru. Non da sole, va detto: assieme a loro arrivano i cigni selvatici, i quattrocchi, gli smerghi e le oche del Canada a riempire ogni precoce squarcio in quella lastra di ghiaccio che è ancora, e per qualche giorno ancora sarà, il lago. E nei giardini fringuelli, peppole, organetti e lucherini a sventagliate, a battaglioni.
Le gru, però, sono speciali. Speciali per gli animali che sono, e speciali perché sono qui, fuori di casa; posso sentirle cantare dal mio giardino, mentre esplodono i loro versi squillanti da una riva distante, e non crederesti mai che suoni tanto potenti possano uscire da colli così esili e aggraziati. Arrivano a gruppetti o a coppie, e pascolano lentamente sulle rive scoperte. Qualcuna ripartirà a breve, diretta verso altre acque più a nord; altre si fermeranno in zona, e sceglieranno un acquitrino qui intorno per nidificare. Si possono vedere lungo tutte le rive: qui vicino una coppia che accenna ad un passo di danza; dietro ad essa un gruppetto lontano, in cielo una famiglia che plana verso un litorale fuori vista, e ogni volta che incrociano uno sguardo ecco partire un concerto di trombe che si disperde con un’eco. Gli scatti che seguono non hanno altra pretesa che non essere delle foto ricordo di compagne di viaggio così speciali. Ragni di ghiaccio __ L'assenza di neve perdura. Il paesaggio mantiene un aspetto del tutto atipico per l'inizio di dicembre: guardando la foresta di conifere sarebbe praticamente impossibile dire se ci troviamo in maggio oppure alla fine dell'autunno, senza guardare al calendario. C'è ancora spazio, quindi, per i giochi del freddo: pochi gradi sottozero sono sufficienti perché le rive del lago di Särna - e di qualsiasi altro specchio d'acqua della regione - si trasformino in tele di quadro sopra le quali il ghiaccio pare divertirsi a disegnare forme ogni volta più sorprendenti. Ecco quindi un paio di scatti ad integrare idealmente la raccolta dello scorso anno "Dieci di ghiaccio", realizzata nelle medesime circostanze, e che potete vedere qui, nelle Cronache del 2010. Qui a fianco la superficie dell'acqua si è solidificata con un fenomeno di cristallizzazione che ha creato forme geometriche e regolari: accade quando le temperature si abbassano di colpo nel giro di una sola notte, passando da poco sopra allo zero ai meno dieci gradi. Onde _A Särna, il lago offre delle piccole ma deliziose spiagge di sabbia fine, disposta ordinatamente dal vento e dalla pur minima risacca secondo quelle classiche, minute ondulazioni che uno si aspetta dalla sabbia, a qualsiasi latitudine. L'acqua che le penetra e le allaga è la prima a congelare, creando un doppio disegno di sinuosità speculari al di sotto di un esile strato di ghiaccio perfettamente trasparente, al punto da risultare invisibile in foto. Se non fosse che, su di esso, si posa la sabbia ancora libera spinta dal vento, che prende la forma di lunghe strisce dorate. Queste si muovono rotolando sul ghiaccio con moto ondeggiante - in tutto e per tutto simile a quello di un serpente - e corrono per tutto il lago: uno di quei rarissimi momenti in cui rimpiango di non avere sottomano una videocamera. La neve è prevista a brevissimo termine, e una volta caduta non ci sarà più modo di giocare col ghiaccio fino all'ottobre dell'anno prossimo; questi sono gli ultimi scatti dell'anno di questo tipo. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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