Semplice come sembra: un piccolo stagno particolarmente scenografico in un momento speciale dell'anno, e due ore di pura gioia e ricerca visiva, sguazzando in 30 centimetri di sfagno morbido. Qui una piccola galleria di diversi tagli fotografici tratti dalla medesima scena, quella iniziale.
Una palude. Piccola, diciamo 20 metri per 30. More artiche che si preparano all'inverno. Qualche betulla mingherlina, un pino e un grandangolo. E due pomeriggi di pura gioia per gli occhi, passati a mollo nello sfagno intriso d'acqua come un bimbo che gioca nelle pozzanghere, e con lo stesso divertimento.
Due fotografi italiani sono venuti a trovarci, a fine settembre, fermandosi una settimana nel nostro ostello familiare; ospiti una prima volta, quindi, e nel senso classico del termine. Genuinamente appassionati di natura e outdoor, si sono dati subito da fare esplorando il territorio senza risparmiarsi, seguendo le indicazioni del sottoscritto. In questo modo sono stati in grado di godere di gran parte della bellezza dell'autunno di queste latitudini, sebbene una bellezza ormai in via di affievolimento. Ho voluto dare visibilità alla loro simpatia e alla loro passione aprendo questo post delle Cronache ad una loro galleria congiunta, composta di immagini scattate durante il loro soggiorno: di conseguenza, eccoli ospiti una seconda volta. È un modo, al tempo stesso, per mostrare cosa possono produrre, dal punto di vista degli incontri naturali, l'impegno e un giusto approccio in una zona come questa, persino in un periodo di tempo così ridotto, e nella stagione non più indicata (almeno per la fauna). Ecco a voi, in rigoroso ordine alfabetico, la premiata ditta Perlino & Pons (rispettivamente Luca e Massimiliano), che ringrazio qui per la disponibilità.
E con le immagini di oggi, tra le altre cose, oltrepassiamo la soglia dei 400 scatti complessivamente proposti nelle Cronache dal maggio del 2007. Sono tornato una volta ancora al sito chiamato Fulufallen, nei pressi del Parco Nazionale Fulufjället, dove un torrente forma, lungo una distanza di mezzo chilometro, una decina di cascate incastonate nella foresta per un dislivello totale di 80 metri. E' un posto perfetto per fotografare l'acqua con tempi lunghi giovandosi dei riflessi degli alberi, soprattutto in autunno.
Trovato un salto d'acqua adatto e impostato un tempo di 1/8 di secondo, ero pronto a fare le mie solite cose quando il passaggio di una nuvola candida ha acceso la superficie dell'acqua con un ventaglio di pennellate bianche. Quel minimo di flessibilità mentale che ancora resiste strenuamente abbarbicata in qualche recondito anfratto del mio cervello stanco mi ha fatto cambiare idea al volo, e sono passato da 1/8 a 1/80, per preservare l'individualità di quei drappi luminosi, che si sarebbero altrimenti dissolti l'uno nell'altro con la sovrapposizione del tempo lungo. La struttura che ne risulta regge da sola l'intera composizione dell'immagine (cliccate sulla foto per ingrandirla ulteriormente). La foresta è un oceano verde. E come fasciame di relitti spiaggiati,
tra risacche di mirtillo e ondate di felci, stanno gli alberi morti.
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Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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