Una per chiudere. Il dicembre appena trascorso è stato uno dei più caldi degli ultimi 50 anni, qui in Dalarna. Vento, temperature regolarmente sopra lo zero (persino oggi, 31 del mese, giorno in cui di solito lottiamo contro i -25/30°) e, udite udite, pioggia ricorrente. Avrei potuto anche restarmene in Lombardia, per avere un tempo simile... Di conseguenza è stato un mese poverissimo dal punto di vista fotografico, con un paesaggio disadorno, poca neve e sporca, ciuffi di prato che spuntano nei giardini e intere porzioni di sottobosco interamente verdi. Per la fine del mese, ecco quindi uno scatto che viene dal suo inizio. Buon 2014. La foresta è un oceano verde. E come fasciame di relitti spiaggiati,
tra risacche di mirtillo e ondate di felci, stanno gli alberi morti. Il regalo che dicembre mi porta è l'oro della poca acqua ancora libera di scorrere nei fiumi, colorata dal sole d'inverno riflesso dagli alberi innevati; o la tinta ambrata dei tannini in essa disciolti, resa evidente da un ghiaccio candido che si forma sotto i miei occhi, non appena una nuova onda tocca uno scoglio algido.
È l'argento della foresta incrostata di galaverna, quando già fa molto freddo ma di neve se n'è vista poca. È il rosso dei pini silvestri accesi dall'ultima luce del tramonto, che spiccano sull'ombra bluastra come coralli o gorgonie in una fotografia subacquea. Colori interamente naturali, migrati come li vedete dalla scena originale alla scheda di memoria e da qui al monitor… e questo rende i regali ancora più speciali. __Alla fine la neve si è posata anche sulla Svezia centrale - e non poteva essere altrimenti - sebbene ancora in quantità poco “scandinave”. Abbastanza da giustificare un’uscita per boschi; non abbastanza da concedere inquadrature dei medesimi in linea con quell’effetto di stilizzazione e semplificazione da “winter wonderland” che i paesaggi innevati in genere garantiscono (e che io in genere mi aspetto). Con un livello del manto insufficiente, cespugli e rami del sottobosco restano ben visibili a sporcare l’essenzialità dell’insieme. Ho pensato cosí di ricorrere al buon vecchio mosso intenzionale, in modo da diluire le “impurità” mantenendo al tempo stesso ben visibile il lato degli alberi incrostato di neve (situazione che aspettavo da tempo): in ogni caso non avrebbe mostrato alcun dettaglio. Lame di luce del tramonto arricchivano uno scenario di per sè affascinante. Quando si ha a che fare con foto cosi simili, è difficile dire quale sia migliore delle altre, quale meriti la palma di “bella foto”; qui, probabilmente, nessuna delle tre, ma questo è quello che passa il convento dicembrino sino ad oggi.
E per restare nel campo delle somiglianze, i piú attenti ne ravviseranno tra la seconda foto e il mosso di questa serie: se gli elementi dell’immagine sono simili, semplici e ridotti nel numero (i tronchi, nel nostro caso), le regole di una composizione equilibrata possono portare a fotografie che si somigliano. Sono gli altri parametri in gioco (luce, colore) che in questi casi fanno la differenza. La fotografia è come la musica (e mi piacerà tornare su questo argomento): i parametri in gioco sono in numero finito, ma le loro combinazioni sono sconfinate. A proposito: Buone Feste a tutti. O meglio: God Jul och Gott Nytt År! Concludo con questo post l'invio di immagini dalla Skåne con un trittico dal Parco Stenshuvud. Il parco nazionale, il più meridionale di Svezia, protegge un promontorio caratterizzato da una vegetazione particolarmente lussureggiante, che assume a tratti l'aspetto di uno scenario mediterraneo, almeno secondo quanto scrive la documentazione disponibile. Come mediterraneo di nascita devo confessare che occorre una discreta dose di fantasia per fare un'affermazione del genere, ma vero è che la copertura vegetale è diversa qui rispetto a qualsiasi altro posto abbia conosciuto in Svezia, per le essenze presenti e come si combinano, anche visivamente. In particolare, sono rimasto folgorato da un tratto di bosco allagato, un ontaneto in cui le radici degli alberi, parzialmente scoperte, hanno creato piccoli isolotti da cui i tronchi si slanciano verso il cielo. Carici e felci completano un quadro di grande bellezza. Un'area relativamente piccola, non più di un paio di centinaia di metri, ma sufficiente a tenermi avvinto per due splendide mattinate di maggio.
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Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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