Un incontro di un paio di settimane fa. Il genere di foto agli animali che preferisco: il soggetto animato diventa un elemento della composizione come altri, che il fotografo può giostrare in (relativa) libertà; eppure l'animale mantiene la capacità magnetica di attrarre il nostro sguardo e stimolare una risposta emotiva, grazie al rapporto empatico che inevitabilmente stabiliamo con un altro essere dotato di occhi, bocca e orecchie, come noi siamo. Soggetto restituito alle sue proporzioni e messo in relazione con l'ambiente in cui si muove, foto di paesaggio e foto di animale in un singolo scatto. Il meglio dei due mondi: ecco cos'è il ritratto ambientato, meglio ancora se molto ambientato. La foresta è un oceano verde. E come fasciame di relitti spiaggiati,
tra risacche di mirtillo e ondate di felci, stanno gli alberi morti. Il regalo che dicembre mi porta è l'oro della poca acqua ancora libera di scorrere nei fiumi, colorata dal sole d'inverno riflesso dagli alberi innevati; o la tinta ambrata dei tannini in essa disciolti, resa evidente da un ghiaccio candido che si forma sotto i miei occhi, non appena una nuova onda tocca uno scoglio algido.
È l'argento della foresta incrostata di galaverna, quando già fa molto freddo ma di neve se n'è vista poca. È il rosso dei pini silvestri accesi dall'ultima luce del tramonto, che spiccano sull'ombra bluastra come coralli o gorgonie in una fotografia subacquea. Colori interamente naturali, migrati come li vedete dalla scena originale alla scheda di memoria e da qui al monitor… e questo rende i regali ancora più speciali. Il Trollsjön è un piccolo lago a pochi chilometri da Särna; il suo nome significa "lago magico", e non ne conosco l'origine. Magari qualche leggenda locale, qualche incontro con animali che in un lontano passato è stato confuso con una manifestazione di poteri arcani, o chissà che altro (d'accordo, adesso sono curioso: chiederò in paese). In realtà non ha nulla di diverso dalla media dei laghi svedesi di foresta: circondato dalla silhouette frastagliata della taiga che vi si specchia, supera con pazienza i suoi sei mesi di gelo (come tutti noi, peraltro) per offrirsi nella breve estate come culla vitale per gli uccelli ed insetti che frequentano le sue acque ricche di pesci. Ci approdo per caso, qualche sera fa, mentre una giornata nuvolosa lascia per qualche minuto il campo al sole basso, proprio nel momento in cui arrivo; la perfetta superficie a specchio è spazzata di colpo dalla luce brillante nonostante l'ora tarda. Mentre fotografo, immerso nel silenzio totale, il guaito lancinante di una strolaga mezzana esplode all'improvviso dal centro del lago, lasciando un'eco che si spinge fino alle pareti di conifere come increspature di un sasso lanciato nell'acqua, per poi svanire. Un momento magico, il lago ha tenuto fede al suo nome. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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