Un incontro di un paio di settimane fa. Il genere di foto agli animali che preferisco: il soggetto animato diventa un elemento della composizione come altri, che il fotografo può giostrare in (relativa) libertà; eppure l'animale mantiene la capacità magnetica di attrarre il nostro sguardo e stimolare una risposta emotiva, grazie al rapporto empatico che inevitabilmente stabiliamo con un altro essere dotato di occhi, bocca e orecchie, come noi siamo. Soggetto restituito alle sue proporzioni e messo in relazione con l'ambiente in cui si muove, foto di paesaggio e foto di animale in un singolo scatto. Il meglio dei due mondi: ecco cos'è il ritratto ambientato, meglio ancora se molto ambientato.
Le pernici bianche (Lagopus muta) mi hanno sempre affascinato. Vuoi per l'aspetto e l'abitudine invernale di virare in bianco, vuoi perchè - almeno in Italia - sono sempre state relegate ad ambienti per me quasi inaccessibili, da quei relitti glaciali che sono: le (troppo) alte quote montane. Qui in Svezia la latitudine mi aiuta a sconfiggere l'altitudine, e le pernici biance si incontrano ad altezze "comode". Ciononostante non avevo ancora avuto modo di fotografarle nel loro abito candido (ma in quello primaverile sì: andate qui e abbiate la pazienza di scorrere fino a maggio).
Lacuna ora colmata. Tenui, rosate, le ultime luci del giorno calano morbide, riflesse dalle nuvole sullo scenario innevato e sul fiume Stor-Fjätan, nella riserva naturale di Långfjället. Gennaio è passato come un'unica, lunga giornata grigia, e ci ha regalato un singolo giorno di sole; durante il quale, peraltro, ho incrociato un grande branco di renne appena a nord di Särna, area in cui si spostano in questa stagione per pascolare nella foresta, scavando nella neve con le zampe per arrivare alla vegetazione al suolo. Sopra, un curioso atteggiamento (curioso sia nel senso di "singolare" che in senso letterale: la renna voleva saperne di più sulla mia presenza) che mostra una caratteristica postura di questo cervide, la cui sagoma "scampanata" si chiude con zoccoli larghi e flessibili, sorta di racchette da neve che consentono alle renne di muoversi con maggiore facilità sul terreno innevato; uno dei loro numerosi e sorprendenti adattamenti al clima estremo del Nord. Ciononostante - come tutti gli animali, in questa stagione - preferiscono camminare su una strada sgombra quando ne incontrano una: è semplicemente molto più comodo.
A Jokkmokk, Lapponia svedese, si è appena aperta l'edizione numero 409 (!) del Mercato Invernale Sami, il più importante evento del suo genere per il popolo indigeno della Scandinavia. Durante i 5 giorni di mercato la cittadina lappone decuplica la sua popolazione, le strade sono invase da centinaia di stand e decine di migliaia di visitatori. Ogni anno viene scelto un tema che diventa protagonista di un'emissione limitata di cartoline celebrative. Quest'anno il mio ritratto di renna qui a fianco ha avuto l'onore di essere selezionato per l'iniziativa. Una per chiudere. Il dicembre appena trascorso è stato uno dei più caldi degli ultimi 50 anni, qui in Dalarna. Vento, temperature regolarmente sopra lo zero (persino oggi, 31 del mese, giorno in cui di solito lottiamo contro i -25/30°) e, udite udite, pioggia ricorrente. Avrei potuto anche restarmene in Lombardia, per avere un tempo simile... Di conseguenza è stato un mese poverissimo dal punto di vista fotografico, con un paesaggio disadorno, poca neve e sporca, ciuffi di prato che spuntano nei giardini e intere porzioni di sottobosco interamente verdi. Per la fine del mese, ecco quindi uno scatto che viene dal suo inizio. Buon 2014. Qualche giorno fa nella foresta allagata di Göljån: impronte di lince, non più vecchie di qualche ora. La circostanza mi porge il destro per raccontare un quasi-incontro ravvicinato col gattone in questione, qualche anno fa, nello stesso identico sito. Ero là per fotografare un merlo acquaiolo che frequentava uno dei ruscelli che attraversano il bosco devastato dalla grande alluvione del 1997; proprio quello che appare, ghiacciato, nella foto accanto, tra l'altro. Per arrivarci, dal parcheggio sud si passa su una passerella di legno. Mi ero fermato ad una ventina di metri da questa, chino sul teleobiettivo e concentrato sul merlo che andava e veniva su un tronco abbattuto poco distante. Dopo solo una decina di minuti smontavo e tornavo verso l'auto: sulla passerella, ben chiara sul legno asciutto, si stagliava una pista freschissima di orme bagnate di lince, prima inesistenti. Per farla breve, una lince era passata dietro la mia schiena a 20 metri di distanza e in piena vista, mentre io ero intensamente occupato a fissare... il lato opposto. Da allora, inevitabilmente, ogni volta che ripenso all'accaduto mi torna in mente, e con un sorriso amaro, un celebre spot di qualche anno fa, che vi propongo qui sotto. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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