Li ho incontrati per la prima volta 40 anni fa, sulle pagine di un libro illustrato per ragazzi la cui copertina diceva “Guarda e scopri gli animali della tundra e dei ghiacci”. Pagine disegnate che mi avvincevano con racconti di animali strani ed esotici, e che sono rimaste nell'uomo di oggi, visto che il ricordo è lì, fresco come l'emozione e la meraviglia in tutti gli incontri con animali che da allora in poi si sono succeduti nella mia vita. Il lemming, unico animale esclusivo della fauna scandinava, così popolare per le ragioni sbagliate, così frainteso dalla divulgazione più superficiale... lo vedo per la prima volta tre anni fa, qui sulle pendici del monte Fulufjället, il parco nazionale “di casa”. Un esemplare subito eclissatosi, la visione di un momento, ma un momento da ricordare, il coronamento di un sogno partito da molto lontano. Quello che mi era sempre fuggito, sinora, era invece il mitico “anno dei lemming”, quando avviene una delle esplosioni demografiche che caratterizzano molte specie di roditori, e che per il lemming è diventata ciò che definisce la specie nell'immaginario collettivo. Moltiplicatisi oltre la capacità del loro ambiente di sostenerli (può figliare sino a 6 volte all'anno, sfornando anche 13 cuccioli che maturano sessualmente dopo un mese di vita), gli animali affollano la tundra e migrano verso le valli e le foreste alla ricerca di cibo, invadendo aree che non sono le loro, e superando, o cercando di farlo, qualsiasi ostacolo lungo il loro cammino. Fiumi e laghi inclusi, se è il caso (ed al Nord certamente lo è). Da queste migrazioni è nato il mito - perché di questo si tratta, visto che in letteratura non sono riportate osservazioni dirette del fenomeno - dei lemming che a migliaia e in bella sincronia vanno scientemente a suicidarsi in mare. Un mito alimentato da un vecchio documentario Disney, artefatto e fuorviante com'erano molti nei primi anni '60. Ed oggi siamo al punto in cui “lemming” è diventato sinonimo di conformista, individuo senza personalità, finanche un po' ottuso. I lemming, quelli veri, sono del tutto diversi: individualisti, iperattivi e rapidi (per quanto possa esserlo un'arvicola), aggressivi per difesa al punto da minacciare l'uomo e persino le auto digrignando i denti e fischiando rabbiosamente. Ed è vero che vanno a morire a migliaia, ma sotto gli pneumatici di quelle stesse auto.
Ce l'ho ancora, quel libro, oggi che posso semplicemente uscire di casa e andare di persona incontro agli “animali dell'Artico”; oggi che ho finalmente incrociato l'anno dei lemming. È l'unico volume che conservo da così tanto tempo; non sono un tipo particolarmente attaccato ai ricordi o al passato, ma quelle pagine sono una sorta di filo rosso che congiunge il bambino di allora al mio presente qui in Scandinavia. Il presagio di un destino a venire, o, più facilmente, parte di ciò che ha contribuito a determinarlo. 15/5/2011 01:21:48 pm
Aspetto i tuoi articoli sempre con ansia...ma l'attesa è sempre ripagata. La mia preferita è "tempo di pulizie" ;-) Comments are closed.
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Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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