_ Facciamo un piccolo passo indietro, e torniamo al parco nazionale Söderåsen, fine ottobre. Arrivato alla parte più elevata della faggeta, avverto un fruscio costante. Qualcosa di molto simile al rumoreggiare di un torrente, ma non ci sono corsi d'acqua qui in alto. Mi avvicino alla fonte del rumore, che sale in intensità. D'improvviso una nuvola e un fragore esplodono sollevandosi dal suolo: uno stormo enorme di Peppole si invola. E si invola, e si invola... continua così per almeno un intero minuto, riempiendo l'aria di ripetute ondate cinguettanti che si posano poco lontano, coprendo sia il sottobosco che le chiome degli alberi, dove ricominciano a fare quel che facevano prima che le disturbassi: alimentarsi alacremente di faggiole. Le peppole usano radunarsi per l'inverno formando occasionalmente contingenti enormi: ricordo bene lo stormo svernante in Slovenia che pochi anni fa fece clamore nel mondo degli appassionati, stimato in 4 milioni di uccelli. Qui non siamo a quelle cifre, ma certamente sto guardando decine di migliaia di uccelli, difficile dire quante. _Avanzo ancora, e dai lati e dinanzi a me salgono altri stormi compatti, deflagrando nella nebbia con rumore di cascata, come eruzioni di geyser. Con cautela mi avvicino ulteriormente: gli uccelli al suolo son così numerosi che non si vedono più le foglie. Un altro gruppo parte, si dirige verso di me, mi sorvola, è sopra e intorno a me come un turbine, un maelström di piccoli corpi e ali frullate allo spasimo. La mano corre alla fotocamera, ma il risultato è del tutto inadeguato, come era facilmente prevedibile. Mi trovo coperto di escrementi ma gratificato da una delle esperienze in natura più emozionanti che mi sia capitata. Qualcuno non ce la fa: l'ultima foto ritrae un maschio rimasto incastrato giorni prima in un ramo secco, probabilmente durante un improvviso tentativo di involo.
Ferdinando e Paola
17/11/2011 07:08:21 am
Bravo, come sempre sei riuscito a coniugare ottimamente le immagini con le parole. Attendiamo con curiosità la tua prossima "storia".
marco
18/11/2011 10:25:44 am
La seconda e la terza a mio avviso sono due immagini bellissime.
Massimo
19/11/2011 11:10:28 am
Foto importanti che rafforzano le parole delle tue Storie. Grazie Vito
Veramente emozionante, cerco di immaginare le sensazioni del momento dell'involo ma credo che pur con la più fervida immaginazione non ci potrei arrivare.
Nicola
21/11/2011 05:04:49 am
Vito, qualche anno fa anche sulle Alpi italiane ci fu un tale accadimento... Val Vigezzo mi pare, si parlava di oltre un milione sicuro... Fu davvero fantastico! Tristezza? e perchè? Vediamo: questa bestiola ha trascorso il tempo che gli è stato concesso in totale libertà, senza pensieri che non fossero alimentarsi, accoppiarsi, allevare la prole; il tutto muovendosi libero nell'aria e vivendo in alcuni degli ambienti più belli e salubri del continente... francamente non credo si possa dire altrettanto della maggioranza delle persone. No, non riesco ad essere triste perchè la sua vita è finita; piuttosto, sono contento di come l'ha trascorsa. Comments are closed.
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Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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