_Un poker di immagini prese ieri nel villaggio, per il primo post dell’anno nuovo; niente più di quanto asserisca il titolo: cartoline, nessuna pretesa di fare Bella Fotografia, ma solo un modo di raccogliere momenti, luci e scorci, tramutarli in ricordi e condividerli con amici o visitatori occasionali, augurando a tutti un buon 2012.
__Alla fine la neve si è posata anche sulla Svezia centrale - e non poteva essere altrimenti - sebbene ancora in quantità poco “scandinave”. Abbastanza da giustificare un’uscita per boschi; non abbastanza da concedere inquadrature dei medesimi in linea con quell’effetto di stilizzazione e semplificazione da “winter wonderland” che i paesaggi innevati in genere garantiscono (e che io in genere mi aspetto). Con un livello del manto insufficiente, cespugli e rami del sottobosco restano ben visibili a sporcare l’essenzialità dell’insieme. Ho pensato cosí di ricorrere al buon vecchio mosso intenzionale, in modo da diluire le “impurità” mantenendo al tempo stesso ben visibile il lato degli alberi incrostato di neve (situazione che aspettavo da tempo): in ogni caso non avrebbe mostrato alcun dettaglio. Lame di luce del tramonto arricchivano uno scenario di per sè affascinante. Quando si ha a che fare con foto cosi simili, è difficile dire quale sia migliore delle altre, quale meriti la palma di “bella foto”; qui, probabilmente, nessuna delle tre, ma questo è quello che passa il convento dicembrino sino ad oggi.
E per restare nel campo delle somiglianze, i piú attenti ne ravviseranno tra la seconda foto e il mosso di questa serie: se gli elementi dell’immagine sono simili, semplici e ridotti nel numero (i tronchi, nel nostro caso), le regole di una composizione equilibrata possono portare a fotografie che si somigliano. Sono gli altri parametri in gioco (luce, colore) che in questi casi fanno la differenza. La fotografia è come la musica (e mi piacerà tornare su questo argomento): i parametri in gioco sono in numero finito, ma le loro combinazioni sono sconfinate. A proposito: Buone Feste a tutti. O meglio: God Jul och Gott Nytt År! Dove il germoglio di pino ha fatto da schermo, si è accumulata la neve spostata dal vento teso e gelido degli ultimi giorni. Ai lati di quello che, forse, sarà un giorno un'altra goccia nell'oceano della foresta, si aprono minuscole dune, la cui superficie non è semplice neve, ma una crosta ghiacciata e opaca, modellata dal vento e satinata dall'erosione delle particelle di neve soffiate ad alta velocità. La materia così formata riflette la luce in modo morbido e peculiare, con un effetto finale del tutto simile a quello di un velo di raso. E' stato un buon inizio di marzo. Proprio la sera del primo del mese l'aurora boreale si è fatta vedere a Särna, la prima vera aurora da quando viviamo qui (quasi 4 anni). No, non la vedrete in queste Cronache: ci sono momenti in cui devi semplicemente "essere", devi goderti il momento senza pensare ad "avere", a fotografarlo (potete comunque vederla in un time lapse a questo link: l'aurora è esattamente quella, solo la località diversa). Mentre ero ad occhi in su, una Civetta capogrosso ha cominciato a cantare. Cosa chiedere di più? Nei giorni successivi il tempo è stato mite, addirittura con temperature al di sopra dello zero: marzo è pazzerello anche a questa latitudine, e, a dispetto del clima piacevole, per un paio di giorni ha imperversato un vento fortissimo, che ha regalato alla montagna sapori di tempesta nel deserto.
Sono ben consapevole che si tratti di una brutta foto. In effetti è un'istantanea colta al volo, nel momento in cui l'uccello sta iniziando a scappare alla mia vista, involandosi. Il classico scatto di rapina, raccattato per caso. Un caso curioso, tuttavia, che mi ha messo di fronte ad una Pernice bianca nordica a così breve distanza dall'incontro precedente, documentato nella prima foto dell'anno (al post precedente). Una pernice viva, stavolta. Considerando anche quanto sia difficile vedere questo fantasma della taiga (diffuso, ma praticamente invisibile), mi è parso quasi che le Cronache "chiamassero" una compensazione a quello scatto con uno che testimoniasse dell'animale in vita, e non ho potuto quindi esimermi dal soddisfarle. (crop) Pochi tratti scuri sono quanto è visibile di una Pernice Bianca Nordica, per il resto indistinguibile dalla neve che la circonda. L'animale è morto per l'urto con un'auto lungo una strada secondaria, apparsa ai suoi occhi come il naturale prolungamento del suo spazio naturale (ora qui tutto è candido), incrociata per caso nella sua ricerca di cibo tra i bassi cespugli di betulla. Decisamente non una buona sorte, considerando il traffico inesistente. Immagino la scena: dal silenzio totale d'improvviso il lieve rumore dell'auto ovattato dalla neve; forse un breve fruscio all'impatto, poi di nuovo quiete, ora davvero assoluta. La neve scende come un sudario a coprire, cancellare il dramma di un istante, una frazione infinitesimale della vita di Gaia. Qualcuno potrà considerare poco beneaugurante aprire il nuovo anno con un'immagine di un cadavere, ma non è questo un mio problema: così è la vita. Chi è interessato a qualche ulteriore considerazione sull'argomento può andare all'ultima foto di Novembre 2008, oppure leggere il pezzo Anche le modelle si grattano. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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