Semplice come sembra: un piccolo stagno particolarmente scenografico in un momento speciale dell'anno, e due ore di pura gioia e ricerca visiva, sguazzando in 30 centimetri di sfagno morbido. Qui una piccola galleria di diversi tagli fotografici tratti dalla medesima scena, quella iniziale.
Sono tornato al Cimitero delle Auto (vedi post di settembre), ed è la terza volta (ci sono già tornato in dicembre, ma quegli scatti non sono mai passati di qui). Stavolta è stato il verde il carattere dominante, come è giusto che sia a giugno, quando inizia la stagione più lussureggiante della vegetazione svedese. E quando la "smisurata forza vitale " di cui parlavo nel post autunnale diventa viva, misurabile con gli occhi e col colore; e a questo dedico il post, con due dissolvenze tra foto al medesimo soggetto che risalgono alla sessione di dicembre e a quest'ultima. (cliccare su Play per farle partire). Eccone una che non appartiene alla Svezia, ma che rientra a pieno titolo nelle storie del mio Nord. Sono tornato da pochi giorni dal Photo Tour nella Lapponia Norvegese condotto con Giulio Ielardi. Una settimana intensa di luci, aurore boreali, onde, tempeste di neve, vento, ali, levatacce e gente simpatica da condurre lungo la costa del Varangerfjord per lasciarsi investire da tutto quanto appena citato, e molto altro. In un viaggio che è stato anche un percorso della memoria in luoghi che, per circostanze di tempi e scelte di vita, avevo conosciuto in momenti importanti di un mio passato non più così recente. Marangoni. L'isola di Hornøya e i suoi mille e mille uccelli (nelle nostre speranze, sulla neve) è stato comprensibilmente uno dei punti fermi del programma. Le abbiamo dedicato due giorni, il primo dei quali ci ha fatto bere tutto intero il calice dell'Artico più genuino: vento gelido con tormente di neve e ghiaccio, mare in burrasca (condizioni limite per l'imbarco... e soprattutto per lo sbarco) e luci livide quanto suggestive. Voli. Il secondo giorno a Hornøya ci ha riconciliato col clima del Mar Glaciale: sole pieno e un'opportunità per qualche scatto in volo alla moltitudine di uccelli. Luoghi. Luci in perenne cambiamento e ambienti altrettanto mutevoli, tra coste basse, falesie a strapiombo, foreste rade di betulle e immensi altopiani nudi e candidi. Backstage. Ovvero le immancabili foto ricordo, l'album di famiglia se volete, giusto con un nome più trendy.
I primi caldi abbassano il livello della neve, e il gelo notturno contribuisce a compattarla; i tetraonidi lasciano le cime degli alberi e si fanno trovare più volentieri al suolo. Questo maschio misura a lenti passi il suo territorio, prendendo posizione in attesa che arrivi la stagione giusta per l'inizio delle quotidiane esibizioni. Uno scatto che risale alla settimana scorsa, e che avrebbe voluto essere d'augurio per la stagione degli amori dei cedroni prossima ventura. In realtà un augurio ormai datato: stamattina, ripassando nello stesso sito, ho trovato il cedrone che già si pavoneggiava nella parata di corteggiamento, per ora ancora senza un pubblico (della sua stessa classe tassonomica, quantomeno).
Cliccate sulla foto per ingrandirla ulteriormente.
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Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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