__Alla fine la neve si è posata anche sulla Svezia centrale - e non poteva essere altrimenti - sebbene ancora in quantità poco “scandinave”. Abbastanza da giustificare un’uscita per boschi; non abbastanza da concedere inquadrature dei medesimi in linea con quell’effetto di stilizzazione e semplificazione da “winter wonderland” che i paesaggi innevati in genere garantiscono (e che io in genere mi aspetto). Con un livello del manto insufficiente, cespugli e rami del sottobosco restano ben visibili a sporcare l’essenzialità dell’insieme. Ho pensato cosí di ricorrere al buon vecchio mosso intenzionale, in modo da diluire le “impurità” mantenendo al tempo stesso ben visibile il lato degli alberi incrostato di neve (situazione che aspettavo da tempo): in ogni caso non avrebbe mostrato alcun dettaglio. Lame di luce del tramonto arricchivano uno scenario di per sè affascinante. Quando si ha a che fare con foto cosi simili, è difficile dire quale sia migliore delle altre, quale meriti la palma di “bella foto”; qui, probabilmente, nessuna delle tre, ma questo è quello che passa il convento dicembrino sino ad oggi.
E per restare nel campo delle somiglianze, i piú attenti ne ravviseranno tra la seconda foto e il mosso di questa serie: se gli elementi dell’immagine sono simili, semplici e ridotti nel numero (i tronchi, nel nostro caso), le regole di una composizione equilibrata possono portare a fotografie che si somigliano. Sono gli altri parametri in gioco (luce, colore) che in questi casi fanno la differenza. La fotografia è come la musica (e mi piacerà tornare su questo argomento): i parametri in gioco sono in numero finito, ma le loro combinazioni sono sconfinate. A proposito: Buone Feste a tutti. O meglio: God Jul och Gott Nytt År! Ieri ho incontrato una femmina di Gallo cedrone particolarmente amichevole e collaborativa. Anziché limitarmi allo scatto furtivo e di rapina che di solito accompagna questi incontri fortuiti (e che lascia sempre l'amaro in bocca, dal punto della gratificazione personale e del rapporto empatico col soggetto), ho approfittato della sua disponibilità per fermarmi ed osservarla a lungo. Ed ammirarla: il corpo massiccio, perfetto per trattenere il calore, è anche un capolavoro di mimetismo, splendido nelle sue tinte calde e marezzate che culminano nel bavaglino fulvo; le zampe fittamente piumate dagli artigli potenti; il becco, strumento ideale per tagliare manciate di aghi dai rami dei pini, aiutandosi con una marcata torsione del collo: un movimento apprezzabile in uno degli scatti della sequenza che potete vedere dopo il break (cliccare su Read More). Ho trascorso tre quarti d'ora in compagnia di questo magnifico animale, rimanendo discretamente defilato; durante questo tempo si è limitato a sbirciare saltuariamente quella sagoma sconosciuta che emetteva strani fruscii a 6 fotogrammi al secondo. Fino a quando non ha deciso, per una volta in piena tranquillità e autonomia, che fosse giunto il momento di trasferirsi su un altro albero. Ragni di ghiaccio __ L'assenza di neve perdura. Il paesaggio mantiene un aspetto del tutto atipico per l'inizio di dicembre: guardando la foresta di conifere sarebbe praticamente impossibile dire se ci troviamo in maggio oppure alla fine dell'autunno, senza guardare al calendario. C'è ancora spazio, quindi, per i giochi del freddo: pochi gradi sottozero sono sufficienti perché le rive del lago di Särna - e di qualsiasi altro specchio d'acqua della regione - si trasformino in tele di quadro sopra le quali il ghiaccio pare divertirsi a disegnare forme ogni volta più sorprendenti. Ecco quindi un paio di scatti ad integrare idealmente la raccolta dello scorso anno "Dieci di ghiaccio", realizzata nelle medesime circostanze, e che potete vedere qui, nelle Cronache del 2010. Qui a fianco la superficie dell'acqua si è solidificata con un fenomeno di cristallizzazione che ha creato forme geometriche e regolari: accade quando le temperature si abbassano di colpo nel giro di una sola notte, passando da poco sopra allo zero ai meno dieci gradi. Onde _A Särna, il lago offre delle piccole ma deliziose spiagge di sabbia fine, disposta ordinatamente dal vento e dalla pur minima risacca secondo quelle classiche, minute ondulazioni che uno si aspetta dalla sabbia, a qualsiasi latitudine. L'acqua che le penetra e le allaga è la prima a congelare, creando un doppio disegno di sinuosità speculari al di sotto di un esile strato di ghiaccio perfettamente trasparente, al punto da risultare invisibile in foto. Se non fosse che, su di esso, si posa la sabbia ancora libera spinta dal vento, che prende la forma di lunghe strisce dorate. Queste si muovono rotolando sul ghiaccio con moto ondeggiante - in tutto e per tutto simile a quello di un serpente - e corrono per tutto il lago: uno di quei rarissimi momenti in cui rimpiango di non avere sottomano una videocamera. La neve è prevista a brevissimo termine, e una volta caduta non ci sarà più modo di giocare col ghiaccio fino all'ottobre dell'anno prossimo; questi sono gli ultimi scatti dell'anno di questo tipo. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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