Non sempre si ha qualcosa di significativo, o anche solo di interessante, da scrivere a proposito di ogni singola immagine, ed allora ci si limita a proporre qualcosa ritenuto sufficientemente piacevole da essere condiviso. È il caso di questo compitino di geometria compositiva che risale a diverse settimane fa (quando ancora c’era neve). Qualche giorno fa Särna ha ospitato, come è tradizione in questo periodo dell’anno, la Polardistans, una delle più importanti corse europee con cani da slitta; forse la più dura considerando che i partecipanti devono correre in totale autonomia (in una gara lunga 300 km nella sua categoria più impegnativa), trasportando equipaggiamento e cibo con se’. Quaranta equipaggi da tutto il continente hanno partecipato, trovandosi a lottare contro un blizzard notturno che ha costretto molti di essi al ritiro.
Poco o nulla a che vedere coi miei soggetti consueti, ma mi è davvero piaciuto far parte dell’evento e testimoniarlo. Qui una breve galleria di scatti alla partenza e lungo i primi tratti del percorso. Dimenticavo: a chi ama cani e slitte potrà interessare questo diario della mia spedizione in slitta in Lapponia, ospitato nella sezione Articoli di Exuvia. Il lago di Särna in una sera di fine febbraio; il paese resta defilato in modo discreto sulla riva immediatamente opposta, già avvolto nell’ombra. È stato un febbraio caldo, il più caldo nei cinque anni della nostra vita qui: il degno epilogo di un inverno temperato che aveva seguito a sua volta un autunno estremamente mite. L’inizio di marzo rappresenta l’ingresso nella Gidádálvve (la primavera-inverno), una delle otto stagioni dei Sami: la luce diurna è aumentata quasi per magia, sia per durata che per intensità; il sole splende alto e le escursioni termiche tra giorno e notte sono notevoli. Al punto che l’energia solare riesce a sollevare una spessa nebbia vespertina su un lago ancora saldamente ghiacciato, che tale resterà sino a fine aprile. La stessa energia ha alimentato per ore quella corrente termica sulla collina là in fondo, che trova ancora la forza di issarsi sulla sua verticale e condensarsi in un'atmosfera sempre più fredda man mano che il sole cala. La piccola nuvola appare d’improvviso, accendendosi dell’ultima luce. Pochi minuti, appena sufficienti per prendere uno scatto e contemplare la scena, prima che la sagoma del monte Fulufjället a occidente faccia sparire entrambi nel crepuscolo a venire. |
Tutti i contenuti del sito: © Vitantonio Dell'Orto, tutti i diritti riservati Vivo in Svezia, a Särna (Dalarna). Le Cronache sono un diario per immagini della natura (ma non solo) della zona e di tutte le aree scandinave che visito nel mio lavoro fotografico.
Il mio libro: "La mia Svezia - Storie di un fotografo italiano al Nord" è disponibile presso l'editore.
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October 2018
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